La felicità? Quella che cerchi scrollando Instagram mentre mangi un kebab alle 2 di notte

Posted by Matteo Ricci on October 21, 2024 · 5 mins read

La felicità è come il Wi-Fi: tutti la cercano, ma pochi sanno dove sia il router. Ci hanno provato Platone con il mito della caverna, Schopenhauer con il pessimismo, e pure quel tizio al bar che giura che la risposta sia nel kefir.

Io, invece, ho scoperto che inizia accettando di essere quel tipo di persona che compra libri sulla crescita personale e li usa come fermaporte.

Carl Jung diceva: “Chi guarda fuori sogna; chi guarda dentro si sveglia”. Giusto, ma se guardi troppo dentro rischi di ritrovarti a fissare le cicatrici emotive di quell’estate del 2008 in cui ti tagliasti i capelli “alla Sharon Stone” e sembravi un riccio in crisi.

Brené Brown parla di vulnerabilità, e io aggiungo: provate a dire “ti voglio bene” a vostro padre mentre lui guarda il telegiornale. Se non vi ride in faccia, avete già superato un corso avanzato di coraggio.

Il diario della gratitudine? Funziona. Giorno 1: “Grazie per il caffè che mi tiene in vita”. Giorno 3: “Grazie per il collega che non ha mangiato il mio panino”. Giorno 7: “Grazie a chi ha inventato il tasto ‘snooze’”.

Amicizia: quando condividi un meme e loro capiscono che stai morendo dentro

Aristotele parlava di anime gemelle. Oggi sono quei tre contatti WhatsApp che sopportano i tuoi vocali di 10 minuti sul trauma del parcheggio a strisce blu.

L’amicizia è quando ti ritrovi a discutere di filosofia esistenziale alle 3 di notte, per poi ridere come iene davanti a un video di gatti che cadono dai mobili.

Dale Carnegie consigliava l’ascolto attivo. Ottimo, ma se non hai un amico che ti interrompe per urlare “Hai visto la Juventus? !” mentre stai raccontando del tuo esame della tiroide, non stai vivendo.

Valori: la mia bussola punta verso il divano

Stephen Covey dice di vivere seguendo i propri valori. I miei? Onestà (dichiarare le calorie della Nutella), resilienza (resistere alle chiamate di mia cognata a Natale) e l’arte di schiacciare un pisolino senza sensi di colpa.

Creare l’Albero dei Valori è molto utile, ma attenzione: se le radici sono “netflix & chill”, rischiate di diventare un bonsai.

Mindfulness: ovvero come meditare tra una notifica e l’altra

Jon Kabat-Zinn ha reso trendy la mindfulness. Io la pratico così: inspiro, espiro, e tra un respiro e l’altro controllo se ho ricevuto like su quel post dove sembro una persona equilibrata. Lao Tzu diceva di vivere nel presente. Peccato che il presente includa la bolletta del gas e il vicino che fa trap alle 7 di mattina.

Donare: ovvero quando regali il panettone avanzato e fingi sia generosità

Matthieu Ricard sostiene che la felicità sta nel dare. Verissimo. Esempio: quando offri il caffè al collega e lui sospetta che tu voglia qualcosa in cambio. O quando doni i vestiti che non ti entrano più, fingendo altruismo ma in realtà liberando spazio per nuovi errori di shopping.

Conclusione: Felicità è sopravvivere alla domenica sera

Seneca diceva che conta come vivi, non quanto. Io dico che conta come sopravvivi alla fila alle Poste. La felicità è fatta di attimi: il primo sorso di vino, la canzone che ti riporta al liceo, quella volta che hai parcheggiato al primo colpo.

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Perché la felicità, alla fine, è come una risata in autobus: contagiosa, imbarazzante, e ti fa sembrare un po’ pazzo.

Matteo Ricci (non il sindaco di Pesaro ma quello che ancora spera nella pianta di avocado sul balcone)