Lavoro e Autenticità: Come Sopravvivere all'Ufficio Senza Perdere l'Anima (e la Sanità Mentale)

Posted by Matteo Ricci on November 08, 2024 · 5 mins read

Perché fingiamo tutti di adorare le riunioni?

Ok, ammettiamolo: se stai leggendo questo articolo mentre sorseggi il terzo caffè della mattina cercando di non pensare alla riunione delle 11, probabilmente il tuo rapporto col lavoro assomiglia più a un cattivo match su Tinder che a una storia d’amore.

E no, non inizierò con la solita tirata su “segui la tua passione!” (spoiler: se l’avessi fatto, a quest’ora starei allevando alpaca in Perù invece che a scrivere tra una call e l’altra).

La verità? Per anni ho creduto che bastasse un buono sconto su Headspace e un poster motivazionale con le montagne per trasformare il lavoro in una via di illuminazione. Poi mi sono accorto che la mia “essenza autentica” durante gli sprint lavorativi assomigliava più a Gollum che a un saggio taoista.

Ecco cosa ho imparato: lavorare felici non significa diventare monaci zen che codificano HTML (anche se, ammetto, la tonaca avrebbe il suo perché). Si tratta di smetterla di fingere di essere la versione LinkedIn di te stesso.

L’arte di essere insopportabilmente sé stessi

Ricordo il giorno in cui ho realizzato che la mia “maschera professionale” aveva più strati di una cipolla. Meeting dopo meeting, mi ritrovavo a recitare la parte del collaboratore entusiasta, mentre dentro sognavo di lanciare post-it come shuriken.

Essere autentici sul lavoro è come andare al primo appuntamento senza filtri Instagram: spaventoso, ma liberatorio. Provate a sostituire “sono d’accordo con la tua proposta” con “questa idea mi ricorda quando mio nipote ha colorato il gatto con gli acrilici”. Vedrete scintille.

Quando ho iniziato a sostituire i soliti “action item” nelle email con metafore tratte dal Tao Te Ching (“Il progetto è come un fiume: seguiamo la corrente ma evitiamo le cascate”), qualcuno ha pensato fossi posseduto. Altri hanno sorriso. Tutti mi hanno ricordato.

Felicità sul lavoro: no, non è quella pizza gratis del venerdì

Se pensate che la felicità lavorativa sia un open space con il calcetto balilla, vi invito a osservare i colleghi che ci giocano: sembrano orsi polari in un centro commerciale.

Il Wu Wei taoista applicato al lavoro moderno? È quella strana alchimia che succede quando smetti di combattere contro la tua natura. Tipo quando ho scoperto che scrivere report aziendali in forma di haiku non solo era accettato, ma migliorava la retention dei lettori del 40%.

Manuale di sopravvivenza spirituale

Meditazione per impazienti: 5 minuti al giorno davanti al distributore automatico. Osserva le tue reazioni:

Desideri le patatine? = Attaccamento materiale

Ti irriti perché è vuoto? = Resistenza al Dharma

Offri il tuo snack a un collega? = Sei già un bodhisattva

Gestire Sandra (l’umana-incarnazione-di-una-notifica-di-errorre):

La Kabbalah insegna che ogni persona riflette una scintilla divina. Con Sandra, provate questo esercizio:

Visualizzatela come vostra maestra spirituale in una vita passata

*Immaginatevi cosa vi deve insegnare* (pazienza? Umiltà? Tecniche di respiro per non strangolarla?)

Offritele mentalmente un mandarino. Funziona.

La vocazione? È come il WiFi

Per anni ho cercato la mia “missione divina” come se fosse l’ultimo pezzo di puzzle. Poi ho capito: il Dharma non è un traguardo, è il modo in cui cammini.

Il mio momento “eureka”? Quando ho trasformato una noiosissima analisi dati in una storia fantasy (i KPI diventarono draghi, le metriche pozioni magiche). Il capo mi guardò come se avessi il cervello fuso. Ma due settimane dopo, il cliente ci ringraziò per “l’approccio visionario”.

Conclusione

Essere autentici sul lavoro non renderà magicamente sopportabili le riunioni infinite. Ma forse, tra una slide e l’altra, scopriremo che sotto la cravatta stretta batte ancora quel bambino che voleva fare l’astronauta/ballerino/paleontologo.

La prossima volta che Excel ti crasha, prova questo mantra: “Om mani padme hum… o forse era Ctrl+Z?”.

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Inviarmi la tua miglior storia horror/spirituale da ufficio. La più folle vince un mandarino energetico (vero, mica virtuale).

E sopratutto Grazie per essere arrivato fin qui.

Matteo Ricci