Introduzione: quando l’AI si inventa la pizza con l’ananas
Le intelligenze artificiali hanno un piccolo difetto: ogni tanto sparano cavolate con l’entusiasmo di un amico ubriaco al bar. Questo fenomeno si chiama allucinazione. È il motivo per cui ti dicono che “Buddha ha scritto il Tao Te Ching” o che “il tuo IBAN è 1234-pizza-margherita”.
E qui entra in scena il RAG.
Cos’è un RAG senza troppi paroloni
RAG sta per Retrieval-Augmented Generation. In pratica:
- Prendi un modello AI che scrive testi.
- Gli dai accesso a una biblioteca digitale (documenti, articoli, PDF, il tuo blog).
- Ogni volta che gli fai una domanda, lui prima va a pescare pezzi veri da lì, poi li usa per costruire la risposta.
È come avere un professore colto sempre disponibile che, prima di parlare, sfoglia due pagine del libro giusto invece di inventarsi tutto.
Perché è utile (anche a te che non sei un programmatore)
- Meno balle: l’AI attinge da testi reali.
- Più citazioni: puoi sapere da dove arriva una frase.
- Memoria personalizzata: puoi caricarci sopra i tuoi articoli e creare una specie di “AI privata” che parla come te.
Ho immaginato il mio blog di mindfulness anti-guru con un RAG: invece di risposte random, potresti chiedere “Qual è il miglior esercizio per staccare dal burnout?” e l’AI ti cita i tuoi stessi post. Narcisismo pratico.
Dove si usa già
- Google e Bing lo stanno infilando nei motori di ricerca.
- Aziende lo usano per help desk: niente più risposte “generiche”, ma supporto che conosce manuali e FAQ aziendali.
- Chi scrive (tipo noi) può usarlo per interrogare libri di mindfulness o articoli scientifici senza aprire 200 tab.
Limiti: non è magia
- Se il tuo archivio è vuoto, il RAG non inventa nulla di buono.
- Ha costi (tempo, risorse, setup tecnico).
- E comunque l’AI rimane un pappagallo elegante: non “capisce”, collega.
Conclusione: meglio amico informato che chiacchierone
Un RAG è una stampella di realtà per un’AI un po’ logorroica. Non è perfetto, ma aiuta a ridurre le allucinazioni e ad avere risposte più vicine alla verità. È come mettere occhiali da vista a chi prima ti raccontava il mondo sfocato.
Cuorioso di saperne ancora? A breve uscirà il mio case study!
Matteo Ricci | Web Developer Full Stack |